Crozzon di Brenta 3135m
Via delle Guide
Bellissima via su roccia ottima e su una montagna imponente. La discesa è molto lunga e laboriosa ma semplice, in alcuni brevi tratti è parecchio esposta e può risultare ostica e pericolosa nel caso ci sia neve, in questo caso si può scendere dalle calate dello spigolo, che sono comunque da trovare (soluzione non testata).
REGIONE:
TrentinoGRUPPO MONTUOSO:
Dolomiti di BrentaLUNGHEZZA:
Circa 900m di sviluppo.
DIFFICOLTÁ:
V+
ESPOSIZIONE:
Nord-est
MATERIALE CONSIGLIATO:
Rinvii, serie completa di friends, qualche nuts, eventualmente martello e chiodi.
TIPO DI ROCCIA:
Ottimo calcare del Brenta.
APRITORI:
B. Detassis - E. Giordani 2 agosto 1935
PERIODO CONSIGLIATO:
Da luglio a settembre.
ACCESSO STRADALE:
Dall'autostrada A4 si esce a Brescia Est, per superstrada si procede verso est fino ad immettersi sulla ss 45 bis in direzione Salò, senza arrivare a questa si entra in val Sabbia e si passa per Vestone, il lago d'Idro e si arriva a Tione di Trento. Si segue per Pinzolo e Madonna di Campiglio sino in centro al paese. Si seguono le indicazioni per il Rifugio Vallesinella 1513m (strada a pagamento nei periodi estivi), arrivati al parcheggio si lascia l'auto.
AVVICINAMENTO:
Dal Vallesinella 1513m per ottimo sentiero si arriva al rifugio Brentei 2182m (1.30 ore). Dal rifugio si scende con il sentiero Martinazzi nella val Brenta per poi risalire sul versante opposto dove una traccia porta alla base della parete del Crozzon. Camminando verso sinistra per sfasciumi e nevaio si punta il canalone della Tosa che si risale per un brevissimo tratto.
ATTACCO:
All'imbocco del canalone presso una zona a conca, scritta rossa visibile a circa 20m dal nevaio (distanza variabile a seconda delle annate).
RELAZIONE:
La via può essere divisa in 3 parti. La prima percorre una zona adagiata in linea con le colate nere della parte superiore che porta alla cengia prima delle lunghezze chiave. La seconda percorre le 8 lunghezze a destra della colata nera di destra, ben visibile dal rifugio, su roccia stupenda e con arrampicata verticale. La terza parte percorre la sezione di parete molto facile ma lunga che porta in vetta (possibile conserva).
DISCESA:
Dal bivacco si effettua una calata sul versante sud, bolli arancioni, (circa 20m) quindi si seguono i numerosi ometti sino all'intaglio. Passando sulla cima di Mezzo per cenge si esce verso destra sullo spigolo di questa sino in vetta. Si scende al secondo intaglio, più stretto del primo, mediante un'altra doppia (circa 30m), ancora seguendo gli ometti sino alla sommità della cima sud. Si seguono sempre gli ometti sino all'intaglio successivo e, passando dal versante ovest, per balze rocciose e canali detritici si supera uno degli ultimi ostici passaggi, la cengia coperta, da noi ribattezzata "passo del gatto"si continua in direzione della Tosa. Seguendo sempre i numerosi ometti si incontra una corda fissa superata la quale si risalgono facili balze rocciose sino in vetta della Cima Tosa. In questo ultimo tratto è anche possibile, se libero da neve e ghiaccio, risalire il canale prima del canale della traversata che porta alla corda fissa, si incontreranno degli ometti mentre si sale, invece dalla sua base non si può notare niente. In breve si raggiungerà la Cima Tosa e sempre seguendo ometti e sentiero si arriverà ad una paretina verticale, dalla quale 1 o 2 doppie condurranno al sentiero che porta al Rifugio Pedrotti dalle 4alle5h00.
Mi rendo conto che questa descrizione è parecchio grossolana, ma è difficile relazionare al meglio l'itinerario di discesa in quanto la sua lunghezza, i numerosi sali e scendi, la presenza di numerosi ometti che a volte conducono in zone senza passaggio confondano la memoria. Tenete presente che la presenza di ometti e numerosi segni di passaggio vi faranno trovare la strada giusta, quindi non preoccupatevi, oltre a questa relazione procuratevene delle altre così da poter colmare le mie eventuali lacune e viceversa .