Spiz di Mezzo 2324m
Miotto-Bee-Gianeselli

Via breve ma intensa. Il luogo in cui si svolge l'arrampicata è di rara bellezza, non così è per l'arrampicata che a volte è delicata per la roccia. Il percorso è logico e difficilmente si potrà sbagliare, al di fuori della parete grigia terminale, dove la chiodatura scompare e la linea di salita si fa di difficile individuazione. A quanto sembra la via ha tuttora poche ripetizioni, sicuramente il motivo è la roccia così delicata, sono sicuro che se fosse "ripulita" sarebbe una super classica dalle infinite ripetizioni, ma purtroppo per ora non è così.

REGIONE:
Veneto

GRUPPO MONTUOSO:
Dolomiti di Zoldo

LUNGHEZZA:

450m di sviluppo (12 lunghezze)

DIFFICOLTÁ:

VI+ e A1, A2

ESPOSIZIONE:

Nord

MATERIALE CONSIGLIATO:

Rinvii, serie completa di friends, noi abbiamo doppiato le misure medio piccole ed in effetti hanno fatto comodo, nuts, martello e chiodi, eventualmente una staffa per il capocordata.

TIPO DI ROCCIA:

Dolomia ancora da ripulire, in alcuni tiri bisogna prestare parecchia attenzione, in altri la roccia è molto bella e lavorata.

APRITORI:

Franco Miotto, Riccardo Bee, Giovanni Gianeselli il 19 giugno 1976

PERIODO CONSIGLIATO:

Estate

ACCESSO STRADALE:

Da Longarone si raggiunge Forno di Zoldo, poco dopo l'abitato si imbocca la strada della Val Prampèr (indicazioni rifugio Sommariva e rifugio G. Angelini Sòra 'l Sass) sino al Pian de la Fòpa 1210m dove si parcheggia. La strada è molto lunga, a tratti sterrata e a tratti asfaltata.

AVVICINAMENTO:

Dal Pian de la Fòpa si prosegue a piedi sulla strada sterrata sino ad un ponte, lo si attraversa e tramite un ripido sentiero con anche tratti di facili roccette si giunge al bellissimo Bivacco Carnielli 2010m. (2h15 dalla macchina). 
Dal bivacco si seguono le tracce in discesa che verso nord conducono allo spigolo, poco oltre si giunge alla via Miotto-Bee-Gianeselli.

ATTACCO:

Presso una facile rampa-camino che va da destra a sinistra

RELAZIONE:

L1 Salire la facile rampa sino alla sosta. (45m, nessun chiodo, 2 chiodi di sosta, III)
L2 Continuare per facili placchette sino alle balze detritiche sovrastanti, puntando una decina di metri a sinistra di un evidente diedro grigio. (60m, nessun chiodo, sosta su clessidra cordonata, III)
L3 Spostarsi dieci metri sulla destra e salire il bel diedro grigio uscendo sulla sinistra e raggiungendo una comoda terrazza posta sotto un tetto. (40m, nessun chiodo, sosta su 3 chiodi, V)
L4 Uscire a sinistra del tetto e proseguendo per il sovrastante diedro si giunge alla cengia alla base della sezione gialla. (40m, 1 chiodo, sosta su 2 chiodi, VI)
L5 Traversare a sinistra per circa 7/8 metri, appena possibile alzarsi su roccia gialla a scaglie, molto insicura, sino alla sosta. (20m, nessun chiodo, sosta su 2 chiodi, V)
L6 Puntare al diedro sotto il tetto, cordino visibile, superato il tetto seguire la fessura sino al punto di sosta. (30m, numerosi chiodi e cunei, sosta su 3 chiodi, VI, A1, A2. Tiro impegnativo)
L7 Continuare nel diedro seguendo la fessura, arrivati alla sosta sotto il grande tetto ci si abbassa qualche metro e rinviando un chiodo si prosegue in traverso verso destra puntando alla grande nicchia alla base del grande camino che incide la parete nord. CERCARE DI ALLUNGARE BENE LE PROTEZIONI, POSSIBILI ATTRITI. (35m, qualche chiodo, sosta su 2 chiodi, V+)
L8 Dalla nicchia andare verso destra e, puntando ad una strozzatura, la si supera cercando il più possibile di rimanere esterni, così facendo ridurrete di parecchio la difficoltà, in breve si giunge alla sosta sulla sinistra del camino. (30/35m, 2 chiodi e qualche clessidra, sosta su clessidra, VI+)
L9 Traversare a sinistra sulla cengia, quindi per facile terreno si giunge alla grande cengia che precede i tiri finali. (40m, nessun chiodo, sosta da attrezzare, III+)
L10 Degli ometti indicano l'attacco della parete grigia, che si segue verticalmente scegliendo i passaggi più logici sino alla sosta su cengia. (25m, 1 chiodo, sosta da attrezzare su clessidra dubbia, V)
A questo punto non siamo riusciti a trovare il percorso, perché mancano punti di riferimento e la parete è di difficile lettura e chiodatura, fortunatamente abbiamo trovato una linea di fix alla nostra destra con difficoltà abbordabili e siamo usciti su questa. Di questa linea sportiva non sappiamo nulla, sicuramente tocca la via di Miotto per un brevissimo tratto (1fix), dopo si separa. Fatto sta che dall'alto abbiamo visto un solo chiodo e niente altro, oltretutto la cengia che viene segnalata per fare sosta in alcune relazioni ha roccia pessima e di difficile chiodatura.
Questo fa capire quanto Miotto e soci siano stati delle vere e proprie forze della natura nell'aprire questa via, oltretutto è una delle vie più facili aperte dalla cordata di Fortissimi.
L11 Traversare a destra e prendere il primo fix, seguendoli sino alla sosta. (25m, 5c) Se non vi sentite sicuri della sosta potete rinviare lo spit che si trova sotto la cengia.
L12 Continuare a seguire i fix sino alla cengia anulare. ( 25m, 6b+/A0)

DISCESA:

Seguire la cengia anulare verso est (numerosi ometti) e poi verso sud sino alla forcella tra lo Spiz di Mezzo e lo Spiz sud, dove partono le calate. 
PRIMA DOPPIA: 30 metri verticali, sosta 1 metro a sinistra (faccia a monte) 
SECONDA DOPPIA: 50 metri in obliquo verso destra (faccia a monte) 
TERZA DOPPIA: 50 metri appoggiati nel canale. 
Da qui si può proseguire a piedi con brevi tratti di facile arrampicata, eventualmente è anche possibile un'ulteriore doppia. 

SCHIZZO:

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