Altare 1500m
Piedi di Piombo
Via bellissima e sostenuta con alcune lunghezze esaltanti, merita sicuramente di essere ripetuta. Per chi non è abituato a questo tipo di arrampicata potrebbe risultare una via assai impegnativa. La chiodatura è ottima a fix e chiodi, in alcuni punti ci sono dei passi obbligati distanti dalle protezioni. Sicuramente scalare in val di Mello è un sogno per ogni arrampicatore, l'ambiente e i meravigliosi panorami fanno da cornice nelle giornate di arrampicata in valle.
REGIONE:
LombardiaGRUPPO MONTUOSO:
Val di MelloLUNGHEZZA:
200m circa di sviluppo, 6 lunghezze
DIFFICOLTÁ:
6c (6b obbligatorio)
ESPOSIZIONE:
sud
MATERIALE CONSIGLIATO:
rinvii, serie completa di friends fino al 5 compreso. (le misure grandi non sono indispensabili, ma in certi punti possono aiutare a diminuire le distanze tra una protezione e l’altra, vedete voi)
TIPO DI ROCCIA:
granito
APRITORI:
D. Facchinetti – A. Farina – G. e R. Prina – C. Valtorta 1985
PERIODO CONSIGLIATO:
mezze stagioni
ACCESSO STRADALE:
Da Milano si raggiunge la città di Lecco, si imbocca la Lecco-Colico (SP36) e al suo termine si seguono le indicazioni Valtellina. Seguire per Sondrio, prima della città, all’altezza di Ardenno si svolta a sinistra e si segue per la Val Masino. Raggiunto l’abitato di S. Martino si seguono le indicazioni per la val di Mello.
AVVICINAMENTO:
Prima dell’osteria, “il gatto rosso” si inizia a salire costeggiando sulla destra il letto del torrente in direzione del Precipizio, una volta arrivati contro le pareti, le si costeggiano sulla destra sino a quando la roccia permette un passaggio alla cengia sovrastante (chiodo visibile sotto un arco, spesso bagnato). Si raggiunge un albero e sulla destra si trova il chiodo, si segue la fessura, a tratti erbosa sino a sostare su un albero con numerosi cordini (V+, 1ch., 25m)
ATTACCO:
sull’estremità sinistra della cengia, alla base di un gigantesco diedro molto inclinato, per raggiungerlo bisogna salire un pezzo di bosco con radici affioranti molto verticale.
RELAZIONE:
L1 (Lunghezza per arrivare alla cengia) Si sale la rampa, spesso bagnata, sino ad un alberello da dove è visibile un primo chiodo. Quindi proteggendosi si traversa a destra e successivamente si entra nel breve diedro , sino ad arrivare ad un albero con cordini. (30m 1ch, sosta su albero – V+)
L2 Lunghezza di raccordo. Si cammina nel bosco sino quasi all’estremità sinistra della cengia, si punta quindi un lungo diedro obliquo da sinistra verso destra e ci si ferma 4 metri sulla destra di un grosso albero, un comodo terrazzo da dove parte una fessura. (100m nessun ch, sosta su albero - II)
L3 Si sale per qualche metro la fessura e si prosegue, sempre per fessura nel diedro. Con qualche passo atletico si arriva ad un primo chiodo, quindi più facile ad una sosta che si salta e proseguendo con passaggi sempre atletici si perviene al termine del diedro, da dove con un ultimo passaggio si esce dallo strapiombo e si arriva in sosta. (45m 3 ch + 1 sosta, sosta su 2 spit VIII/VII-)
L4 Traversare a destra in direzione di uno spit ben visibile, con un passaggio ostico in aderenza si esce dal fix e più facilmente si raggiungono anche i successivi 2 spit, quindi con passaggio ostico in fessura si perviene alla sosta. (20m 3 spit, sosta su 2 spit VII-)
L5 Si prosegue per la facile fessura sulla destra, quando visibili gli spit, si seguono con passi molto difficili in aderenza fino ad arrivare alla ben visibile sosta, finalmente comoda su ottimo terrazzino. (30m 5 spit, sosta su 2 spit VII)
L6 Con passi di aderenza si raggiunge il primo fix e sempre con aderenza si raggiunge un diedrino che si segue con passi non banali da proteggere si arriva alla sosta, tiro bellissimo. (35m 2 spit e 1 ch., sosta su 2 spit VI+)
L7 Si traversa a destra e si punta allo spit, veramente lontano, e con passaggio di aderenza si esce dal chiodo, quindi con un lancio si raggiunge un buon buco, si segue una lama rovescia per entrare poi in un diedrino dal quale si esce sulla sinistra, quindi più facilmente in sosta. (40m 1 spit e 1 ch., sosta su 2 spit VII)
L8 Si punta ad uno strapiombo, lo si supera e con passaggio in aderenza obbligato si arriva ad una zona più abbattuta, quindi alla cengia sotto il precipizio. Si può anche proseguire diritti, altri spit, ma visto il ritardo accumulato durante il giorno non abbiamo optato per questa soluzione sicuramente più impegnativa. (50m, 1 spit, sosta su 2 spit o albero, VI+)
DISCESA:
Con quattro ottime calate si raggiunge la cengia, quindi con un’altra la base della parete.